![](http://www.giulydance.it/scuola_di_ballo/wp-content/uploads/2013/03/DSCN1699-3-800x400.jpg)
Giuliana, così a volte mi piace chiamarla, ha dedicato la sua vita alla sua passione. Lo ha reso qualcosa da condividere e diffondere, trasmettendolo quasi fosse una bella storia. E in effetti il Giuly Dance è tutto questo: una bella storia da ascoltare e ricordare. Una storia di successi che continua e sembra non volersi fermare. Quando ti accorge che pian piano si spengono i riflettori delle piste da ballo internazionali, non ti rimane altro da fare che rimboccarti le maniche e portare avanti tutto ciò che si è appresi durante l’agonismo. Puntare a trasmettere ai più “la scienza del movimento perfetto”. Molte coppie hanno mosso i loro primi passi al Giuly Dance. Tanti hanno smesso. Io sono rimasto, per affetto, per “fedeltà” ad un certo stile di insegnamento, per poter continuare a vedere l’entusiasmo di una passione e prenderla d’esempio. Io di questi vent’anni ne ho vissuti quindici e conosco bene l’evoluzione della scuola di Ballo.
Sono tempi difficili per tutti, questo è da riconoscere, ma affrontarli allo stesso modo di Giuliana è davvero difficile. Investire anima, corpo e denaro nel sogno di una vita; stringere i denti e circondarsi degli affetti per poter trovare un appiglio, una ragione per non mollare, ritornare in pista a 40 anni sfidando se stessa.
Ma il Giuly Dance e i suoi vent’anni, non sono solo Giuliana ma tutte le coppie che hanno reso grande il suo nome sulle piste italiane. Tutte le soddisfazioni di campionati regionali, di settore, italiani, europei, mondiali. Tanti piccoli passi fatti insieme che si sono andati ad accumulare nel medagliere dell’orgoglio di una maestra. Io auguro al Giuly Dance lunga vita, dedicando queste poche righe alla mia maestra, amica, confidente, Giuly che ha seguito il suo cuore per poter costruire tutto questo:
Mi hanno detto di seguire il mio cuore, così ho deciso di legarlo stretto a me e cominciare a seguirlo tra le strade dissestate di questo mondo in decadenza. La cosa più difficile è stata farlo uscire dalla gabbia toracica, dal buio protettore del mio corpo. La luce, quando non l’hai mai vista da vicino, può essere letale. È come un treno che si schianta ad alta velocità contro di te. Sei come brillantina nella notte e ti ritrovi a vivere in incubo senza accorgerti di essere più accecante di una supernova. Quanta pazienza e quanta premura, ma alla fine ha disteso le sue arterie iniziando a librarsi nell’aria. Prima di vederlo volare via come una mosca impazzita verso il sole, l’ho legato ad un nastro reduce di un regalo natalizio. Rosso fuoco.
Come un bambino, lo tenevo stretto quasi fosse un palloncino. L’ho legato al polso per evitare di perderlo. La sensazione di smarrimento farebbe barcollare in eterno anche gli equilibristi. Tirava forte, ad ogni battito sempre di più. Una enorme concitazione per esplorare quel mondo celato dal nuovo secolo buio. Un viaggio tutto nuovo, misterioso, con una guida d’eccezione!
Cristian Zinfolino