
La storia del ballo ha mescolato molte carte che non sempre è facile mettere in ordine. Ma è bene fare qualche precisazione per capire perchè lo stile che si è affermato nel mondo è quello inglese. Senza allungare il brodo, prendo le mosse da quando conoscevo soltanto due balli: il TWIST e il Ballo del mattone. Durante gli studi di Storia e Filosofia mi vennero fra le mani dei documenti riguardanti una strana ‘guerra’ combattuta tra Francia ed Inghilterra, dai primi anni del 1900 fino alla vigilia del secondo conflitto mondiale: la guerra del ballo. Allora non mi meravigliai e interessai più di tanto, perchè sapevo che la cultura francese e quella inglese sono state antitetiche per molti secoli, come le rispettive lingue e i rispettivi eserciti. Queste due potenze si sono scontrate tante volte nel corso dei secoli: ogni motivo è stato buono per darsele di santa ragione. Quindi, pensai che anche la danza per loro era una scusa buona per litigare. Quando, molti anni dopo, mi è nata la passione per la teoria e per la storia del ballo, mi sono ricordato di quella guerra e ho cercato di capire per quali motivi reali fu combattuta, con quali armi e… su quali piste. Alla fine dell’Ottocento, in Europa ognuno ballava come voleva, quello che voleva. Nel resto del mondo ancora peggio. Naturalmente, si discuteva moltissimo di tecniche, stile, coreografie, gare; ed ogni scuola cercava di prevalere sulle altre. La capitale del ballo era Parigi, essendo allora la Francia la patria del divertimento e della trasgressione. A Parigi, nel 1909, si tenne la prima competizione sovranazionale. E fu subito business per l’alto numero di partecipanti che affluirono da diversi paesi. Competizioni di un certo interesse furono organizzate anche a Berlino e a Baden Baden. Naturalmente erano gare a carattere privato in quanto non esistevano organizzazioni internazionali nè per professionisti nè per amatori. Fra i tanti modi di eseguire le danze di allora emersero due stili fondamentali: il francese e l’inglese. Il primo era più morbido. Dolce e fantasioso come la delicata poesia di lingua francese. Il secondo presentava un maggior rigore formale: compostezza dei movimenti, eleganza di impostazione e portamento. Il metodo inglese appariva già come il frutto maturo di precise elaborazioni teoriche: i passi allungati con equilibrio, il gioco delle elevazioni come accentuazione di leggerezza, l’armonia studiata a tavolino come valore aggiunto alla spontaneità, la posizione permanentemente eretta anche nelle figure più complesse.
Era naturale che fra queste due scuole di stile, ben oltre la competizione, nascesse la rivalità.
Dopo la pausa dovuta alla prima guerra mondiale, e dopo alcuni raduni internazionali organizzati a Nizza, nel 1922 il Campionato Mondiale si spostò a Londra. Fu conflitto aperto: la guerra del ballo entrava nella fase più dura. L’organizzazione di tale campionato fu cogestita da maestri francesi ed inglesi, ma l’assenza di un programma obbligatorio, di regole scritte e di obiettivi parametri di valutazione rendevano insufficiente ogni sforzo unitario. Le giurie venivano formate con criteri empirici: i giudici di gara, lungi dall’essere esperti professionisti del settore, non erano nemmeno imparziali ed equidistanti, essendo reclutati non in base al riconosciuto know-how ma in base alle percentuali di rappresentanza spettanti a ciascuno dei gruppi promotori. Ognuno tirava l’acqua al suo mulino, ragionando con logiche di schieramento e di partito preso.
Le coppie inglesi prevalsero, e obiettivamente, primeggiarono; ma molti ballerini contestarono le decisioni della giuria, accusando la stessa di incompetenza e faziosità.
Fu così che ognuna delle due Potenze, da quel momento, organizzò autonomamente i ‘Campionati Mondiali’ con tanto di patriottiche giurie. Si imboccò un vicolo cieco dannoso per tutti, dove il livello di credibilità delle varie iniziative riguardanti il ballo si abbassava sempre di più.
Per diversi anni, in Europa la confusione fu grande. Solo una seria regolamentazione poteva ridare al ballo la sua dignità.
Dopo il 1930 lo stile inglese conquistò buona parte dell’Europa, non per motivi politici ma per la indiscutibile superiorità. Si avviò un lento processo di standardizzazione delle tecniche. Si cominciava ad avvertire negli ambienti più maturi l’esigenza di internazionalizzare regole e gestione dei Campionati.
Nel 1932 l’Associazione tedesca RPG ebbe una serie di contatti con i maggiori rappresentanti del ballo inglese con lo scopo di convincerli a fondare un Comitato mondiale per amatori.
Nel 1935 fu fondata a Praga la FIDA (Federation Internationale de Dance pour Amateurs). Aderirono:
INGHILTERRA
GERMANIA
FRANCIA
AUSTRIA
CECOSLOVACCHIA
DANIMARCA
IUGOSLAVIA
OLANDA
SVIZZERA
Ben presto, appena si accorsero che la FIDA era una realtà, chiesero di aderire (e furono accolti) altri stati:
ITALIA
CANADA
BELGIO
NORVEGIA
PAESI BALTICI
Mentre si preparavano i Giochi olimpici, che dovevano aver luogo a Berlino nel 1936, FIDA e RPG misero in piedi nella città di Bad Nauheim quello che si può definire il primo campionato mondiale di ballo su regole scritte. Per diversi anni tale campionato fu organizzato dalla FIDA ed il successo fu sempre crescente. Poi venne la guerra e fu distruzione totale.
Come tutti sanno, la ricostruzione fu lenta e difficile in ogni campo del lavoro e dello sport, ma sostenuta dalla volontà di andare avanti e di gettare le basi per una società migliore. Anche le danze ripresero il cammino partendo dal patrimonio acquisito: e la conferma dello stile inglese fu unanime e convinta.
Nel 1950 fu fondato a Edimburgo l’ICBD (International Council of Ballroom Dancing) che si può considerare la prima organizzazione mondiale del ballo.
Nel 1957 nacque l’ICAD (International Council of Amateurs Dancers)
Con la creazione di questi organismi fu dato enorme impulso sia all’attività pratica che alla formulazione teorica. I regolamenti furono limati e perfezionati, portando a sintesi le espressioni più significative e anteponendo ad interessi di parte l’esigenza di innalzare la Danza Sportiva ai massimi livelli artistici.
Oggi le Danze STANDARD sono candidate a diventare Danze Olimpiche e si ballano in tutto il mondo. La loro perfezione stilistica è il risultato del lavoro di tante persone: maestri, teorici, ballerini, campioni, coreografi, pensatori e scrittori.
Alex Moore è un classico. La Tecnica di ballo da lui messa a punto è la summa di tutte regole importanti per chi deve gareggiare o diventare maestro. Ritengo utile far conoscere alle giovani generazioni quanto egli ha scritto relativamente a inclinazioni del corpo, presa, portamento, equilibrio e schema della camminata, distribuzione dei pesi nella camminata, movimento contrario del corpo, posizione movimento contrario del corpo, ecc.
In Italia è sempre più alto il numero delle Scuole di Ballo che privilegiano tale disciplina nei confronti delle Danze Tradizionali. Sulle piste, lo stile inglese sta ‘contaminando’ lo stesso Ballo da Sala.
Qui va detto che, nell’ottica dei Campionati gestiti dalla IDSF (International Dance Sport Federation), e nella prospettiva delle Olimpiadi, conviene ad ogni nazione avviare il maggior numero di giovani allievi allo studio esclusivo delle Danze Standard, oltre che delle Danze Latino-Americane.
Essendo la concorrenza durissima a livello mondiale, è necessario impostare un metodo scientifico, immediatamente finalizzato a risultati di qualità. A tal fine, è anche giusto ricorrere ai più grandi maestri mondiali, ovunque essi operino.
E la storia continua …….